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La Legge n. 190/2012 ha sicuramente posto le basi per innovare la gestione della "cosa pubblica" in una direzione eticamente ascendente, nel segno di un recupero di terreno della nostra nazione nei confronti dei partners europei, lungo la strada della riduzione dei fenomeni di corruttela. Filiazione naturale di questa "manovra anticorruzione" è rappresentata dai D.Lgs. n. 235/2012 e n. 39/2013 che, sebbene non esauriscano l'arco della produzione delegata dalla Legge n. 190/2012, costituiscono la base normativa per la definizione trasparente delle cause di incandidabilità, di inconferibilità e di ineleggibilità al ruolo di funzionario pubblico (di carriera o elettivo). Il testo si propone di "descrivere", con il massimo schematismo possibile, cosa sia cambiato dopo l'entrata in vigore di siffatte normative, evidenziando come il Legislatore abbia posto una barriera di tipo etico alla copertura di incarichi politici (D.Lgs. n. 235/2012) ed abbia contestualmente limitato la possibilità che agli incarichi direttivi di vertice delle Pubbliche Amministrazioni (e con esse del mondo privato che ne spende il danaro) fossero assunti da persone prive di requisiti morali (nel senso penalistico del termine) ovvero da persone rese meritevoli di tali incarichi solo per preveniente o concomitante militanza politica (D.Lgs. n. 39/2013). Il testo tiene conto delle modifiche apportate al TUEL dalla Legge 7 aprile 2014, n. 56.